Una delle voci più alte della poesia del Novecento, con Auden, Brecht, Garcia Lorca. Eppure sono state indagate più le migliaia di lettere inviate, le decine di suoi viaggi tra Italia, Europa e Russia, i tanti incontri intellettuali e sentimentali, che la fluviale produzione poetica. Chi fu davvero questo omino praghese che scrisse sempre in tedesco (e in francese dall’ultimo rifugio svizzero)? Perché viene etichettato come mistico, anche se dal suo Dio e dai suoi angeli ebbe solo conflitti e ansie? Troppi editori l’hanno proposto come decadente, senza ampliarne la reale conoscenza. Lo scavo stesso delle enigmatiche (e per lui interminabili) Elegie ha finito per limitarne l’impatto. Raffinato, ma mai crepuscolare, spesso sferzante. «Silenzioso, misterioso e invisibile», come lo definì Stefan Zweig. Certamente la prima guerra mondiale ne segnò per sempre scelte e ispirazione. Questa antologia di 60 poesie vuole aiutare a costruire un nuovo rapporto col lettore. Non è solo cronologica, ma per temi anche sorprendenti: Amanti, Angeli, Creature, Il dolore di Dio, Persona e altri. Accanto a due testi sulla filosofia/psicologia di Rilke e sulla sua tumultuosa vita, presentiamo qui — per i cultori dei rapporti culturali italo-tedeschi — anche nove delle decine di Rime di Michelangelo Buonarroti tradotte per proprio esercizio da Rilke, nonché una splendida sua versione de L’Infinito di Giacomo Leopardi.