Justin Popović
SAN SERAFINO DI SAROV
Vita e miracoli
«Che cosa prova?» mi chiese Padre Serafino. «Una quiete e una pace inesprimibili» risposi. «La gioia che prova è cosa da nulla in confronto con quelli di cui è detto che “l’occhio ancora non vide, né l’orecchio udì, né il cuore presentì ciò che il Signore ha preparato a coloro che lo amano” (1Cor 2,9). Che cosa prova ancora?». «Un indicibile calore» gli risposi. «Quale, amico mio? Siamo in un bosco in pieno inverno, e tutt’intorno a noi c’è neve. Qual è questo calore che Lei prova? ». «Come se mi bagnassi in acqua calda — gli risposi — sento un profumo a me ignoto ». «Lo so, lo so — mi disse — Il profumo che Lei sente è quello dello Spirito di Dio. Ed il calore di cui parla non è nell’aria, ma in noi. Riscaldati da esso, gli eremiti non temevano il freddo dell’inverno, poiché indossavano la veste della Grazia, che sostituiva quella materiale. Il Regno di Dio è nel nostro intimo e la condizione in cui ora ci troviamo ne è la prova. Ecco che significa essere pieni dello Spirito Santo».
Justin Popović, una delle più grandi figure dell’Ortodossia mondiale del ’900, nasce nel 1894; studia teologia in vari paesi (Serbia, Russia, Inghilterra), per conseguire, infine, in Grecia, nel 1926, il dottorato. Nel 1935 inizia a insegnare dogmatica presso la Facoltà di Teologia di Belgrado, insegnamento abbandonato, per ordine del regime comunista, nel 1945. Padre Justin si ritira allora in un monastero, proseguendo, malgrado le difficili condizioni, il suo lavoro di approfondimento spirituale e teologico. Muore nel 1979. Vera coscienza spirituale e imprescindibile punto di riferimento della Chiesa serba di oggi, di lui è uscito, in traduzione italiana, soltanto un libretto: San Serafino di Sarov. Vita e miracoli, Edizioni Appunti di Viaggio, Roma 2002; mentre, in francese, è stata pubblicata, in 5 volumi, per le Edizioni L’Age d’Homme, la sua fondamentale Dogmatica (Philosophie orthodoxe de la vérité. Dogmatique de l’Eglise orthodoxe). La Chiesa serba ne ha riconosciuto la santità, canonizzandolo nel 2010.
